I condannati per reati minori e i beneficiari di reddito di cittadinanza potranno svolgere attività a favore della collettività.
Attività di tutela ambientale, piccole manutenzioni e altri lavori che si traducono in una doppia opportunità: per le persone coinvolte e per il territorio.
I “Lavori di pubblica utilità” consentono a chi ha commesso reati di trasformare la pena nell’impegno per la comunità e a coloro i quali percepiscono il reddito di cittadinanza di restituire attraverso il lavoro ciò che ricevono.
L’Amministrazione comunale coglie l’occasione fornita dalle normative in vigore per sfruttarla a proprio vantaggio e per offrire un’opzione alle persone che si trovano in queste situazioni, trasformando il loro impegno in capitale umano da mettere al servizio della comunità.
≪Riteniamo importante promuovere questa iniziativa che offre indubbi vantaggi a entrambe le parti – sottolinea l’assessore ai Servizi sociali Lorenzo Grillo Della Berta -, sia per quanto riguarda le persone condannate per reati minori e per chi beneficia del reddito di cittadinanza che per l’ente pubblico e la collettività. Le singole attività verranno definite sulla base delle necessità del comune tenendo conto delle competenze e delle attitudini delle persone coinvolte che potranno vivere un’esperienza arricchente e formativa≫
Nello specifico, il Comune firmerà una convenzione con il Tribunale per accogliere persone condannate al pagamento di sanzioni nei casi di violazione del Codice della strada, delle leggi sugli stupefacenti e di altri reati minori, che potranno svolgere un’attività non retribuita a favore della collettività secondo modalità e tempi definiti.
Per essere ammesso ai lavori di pubblica utilità l’imputato deve presentare un’apposita richiesta al giudice.
L’esito positivo dell’attività svolta determina la fissazione di una nuova udienza per l’estinzione del reato o la riduzione della pena.
I lavori di pubblica utilità non possono sostituirsi alla pena per più di una volta.
Il Comune di Sondrio collabora inoltre con la cooperativa sociale Forme per il lavoro di pubblica utilità che coinvolge i detenuti del carcere cittadino nell’ambito del progetto “Porte aperte”.
Con i “Progetti utili alla collettività”, i beneficiari di reddito di cittadinanza sono tenuti a svolgere attività per almeno otto ore settimanali e fino a 16: sono un obbligo ma rappresentano anche un’occasione di crescita.
I costi sono interamente a carico del “Fondo povertà” gestito dall’Ufficio di piano.